impianto osmosi

Acqua osmotica e impianto osmosi

Acqua osmotica e impianto osmosi


Acqua osmotica e impianto osmosi ,una buona acqua è la base per ogni acquario, qualsiasi sia la sua tipologia: di acqua marina o dolce, con piante o senza.

L’acqua osmotica, abbreviata anche RO (dall’inglese Reversed Osmosis) da cui prende il nome dal processo di filtrazione a cui viene sottoposta, è un elemento fondamentale che non deve mai mancare ad un acquariofilo.

Vediamola di seguito nello specifico.

 

In cosa differisce dall’acqua di rubinetto?

L’acqua che circola nei nostri impianti domestici è composta da H2O più svariati elementi disciolti in essa (Ca2+, Mg2+, Na+, K+, SiO2, NO3) e poiché deve poter essere potabile viene trattata con disinfettanti come l’ipoclorito di sodio. Tutti questi elementi, entro una quantità stabilita per legge (Dlgs 31/2001 e direttiva 98/83/CE), sono necessari per l’utilizzo umano e stabiliscono la conducibilità dell’acqua (o TDS, Total Dissolved Solids).

A differenza dell’acqua di rubinetto, questi elementi sono assenti ed avremo quindi una conducibilità teorica pari a 0µs/cm, sinonimo di ottima qualità della stessa.

 

Come si usa l’acqua osmotica in acquario?

L’acqua osmotica non deve essere mai utilizzata pura, fatta eccezione per due soli casi: rabbocchi e diluizioni.

Per essere introdotta nel nostro acquario l’acqua RO deve subire un processo di remineralizzazione ovvero dovremo aggiungere i sali (gli elementi chimici) che sono stati rimossi durante il processo di filtrazione per l’ottenimento della stessa.

Qui la domanda sorge spontanea: perché rimuoviamo questi sali se poi dobbiamo reintegrarli?

La risposta è semplicissima: con il processo di osmosi inversa si ha la rimozione dei sali disciolti ma anche della filtrazione di altri elementi potenzialmente tossici quali metalli pesanti, composti organici e pesticidi e con la successiva remineralizzazione si va ad aggiungere una miscela di sali bilanciati secondo le nostre esigenze per ottenere acqua di elevata qualità.

Questa operazione va eseguita durante la preparazione dell’acqua che servirà nei nostri cambi: rimuovo acqua con X valori ed aggiungo acqua con gli stessi per non alterare nulla, o con valori più alti per aumentare la concentrazione in acquario.

Come precedentemente accennato, andremo ad utilizzare l’acqua RO pura solo ed esclusivamente in due casi:

  • Rabbocchi: durante il processo di evaporazione diminuisce il volume all’interno del nostro acquario ma nel contempo aumenta la concentrazione salina, motivo per cui si noterà un innalzamento dei valori. Andando a rabboccare con acqua RO andremo a ripristinare il volume originario e la concentrazione di sali senza nessuna alterazione, diversamente se invece aggiungessimo acqua di rete, e quindi ricca di sali, andremmo ad aumentare la concentrazione.
  • Diluizione: se il nostro interesse è quello di ridurre la concentrazione dei sali disciolti nel nostro acquario, andremo ad effettuare un cambio rimuovendo parte del volume presente e sostituendola con acqua RO. Così facendo si avrà una riduzione di tutti i valori.

Questa operazione non sostituisce il normale processo per i cambi d’acqua.

Effettuare cambi con osmosi pura non significa introdurre acqua di qualità migliore: l’utilizzo di acqua RO riduce i carbonati KH (e GH in acquario dolce) presenti nel nostro acquario, i quali come noto influenzano anche il pH. Sbalzi eccessivi possono rivelarsi mortali, quindi non dovremo mai aumentare o diminuire il valore di KH di mezzo punto al giorno (massimo 2 punti in acquario dolce).

Dopo queste piccole premesse e dopo aver capito come e quando utilizzarla vediamo nello specifico il processo per la sua produzione.

 

In cosa consiste un impianto osmosi?

In un impianto per osmosi inversa l’acqua viene convogliata in una serie di prefiltri e successivamente ne viene forzato il passaggio in una membrana la quale, sfruttando la pressione indotta su di essa dal liquido, si libera di tutti i sali e/o sostanze organiche, batteri in essa contenuta e successivamente può essere ulteriormente convogliata in altri contenitori che mediante l’uso di apposite resine filtrano ulteriormente l’acqua.

 

Quante tipologie di impianto esistono?

Soltanto due. Esistono impianti in linea ed impianti a bicchieri la cui differenza consiste solo nella disposizione dei contenitori e delle prestazioni ma il procedimento di filtrazione è il medesimo.

impianto osmosi

 

 

Com’è costituito e come funziona un impianto osmosi?

Un impianto osmosi è un insieme totalmente personalizzabile ed ampliabile di diversi contenitori (detti stadi) dove sono contenuti materiali filtranti, membrana osmotica e resine post osmosi.

 

Vediamo di seguito nello specifico un impianto a bicchieri a 4 stadi:

  • Durante il primo step l’acqua scorre all’interno del filtro per i sedimenti dove viene trattenuto il particolato più grosso, solitamente questo filtro ha capacità filtrante di 10, 5, 3 o 1 µm.
  • Il secondo step avviene nel secondo stadio dove l’acqua viene filtrata in una cartuccia ai carboni attivi dove vengono adsorbiti ulteriori elementi. Fino a questo momento non si parla ancora di acqua osmotica poiché viene effettuata solo una sgrossatura delle scorie più grossolane
  • Il terzo step avviene nel vessel, ovvero il contenitore che ospita la membrana osmotica. Questa membrana è composta da un insieme di strati di pellicole che, sfruttando una determinata pressione di esercizio (solitamente compresa tra i 3,5bar minimi ai 10bar massimi), hanno il compito di filtrare ulteriormente l’acqua trattenendo scorie, pesticidi e metalli pesanti e lasciando passare solo l’acqua depurata. Da questo stadio l’acqua non depurata viene espulsa e scaricata dall’impianto, mentre la parte buona viene erogata o prosegue il processo di filtrazione.

Le membrane osmotiche non sono tutte uguali, oltre alle varie specifiche di esercizio e prestazioni dei vari costruttori, differiscono nella capacità produttiva. Le tipologie di membrana più diffuse per l’acquariofilia sono tre: 50, 70 o 100 GPD (Gallons Per Day) ovvero quanti litri di acqua osmotica riesce a produrre una membrana nell’arco delle 24h (1 gallone equivale a 3,785 litri).

  • Il quarto step avviene nelle resine post osmosi dove l’acqua filtrata dalla membrana subisce un ulteriore trattamento nelle resine prima di essere erogata. Le resine solitamente impiegate si dividono nelle seguenti tipologie:
    • Deionizzanti: attraverso l’uso di resine cationiche vengono prima scambiati ioni Ca2+ e Mg2+ presenti nell’acqua con gli ioni Na+ della resina e successivamente le resine anioniche per abbattere totalmente la salinità.
    • Antisilicati: solitamente installate quando le resine deionizzanti non riescono a rimuovere i silicati (SiO2) presenti nell’acqua post filtrazione.
    • Antinitrati: solitamente installate quando le resine deionizzanti non riescono a rimuovere i nitrati (NO3) presenti nell’acqua post filtrazione.
    • Antifosfati: solitamente installate quando le resine deionizzanti non riescono a rimuovere i fosfati (PO4) presenti nell’acqua post filtrazione.

Come abbiamo precedentemente detto, ogni impianto osmosi è totalmente personalizzabile, infatti è possibile aggiungere un numero infinito di stadi, filtri e prefiltri ed inoltre è possibile anche collegare più membrane in parallelo.

 

Quale impianto devo acquistare?

Prima di procedere all’acquisto di un impianto osmosi vanno valutati 3 aspetti: conducibilità in ingresso, pressione, richiesta d’acqua.

  • La conducibilità in ingresso della nostra acqua è l’elemento più importante da valutare poiché da questo fattore si determina il numero minimo di stadi che il nostro impianto dovrà avere. Questo dato è fornito per legge ed è possibile ritrovarlo nella bolletta della società incaricata della fornitura idrica o sul sito della stessa (di seguito un esempio) o del nostro comune di residenza.

  • Una volta in possesso di questo dato il calcolo è molto semplice:Omettendo i primi due stadi (sedimenti e carboni attivi) dove si effettua una prima filtrazione rimuovendo il particolato più grosso, la filtrazione vera e propria come detto precedentemente avviene nella membrana dove questa trattiene circa il 98% dei sali disciolti:

 

Esempio: Ipotizziamo di avere in ingresso acqua con una conducibilità di 520µs/cm (se il dato è fornito in come TDS, per la conversione basta dividere questo numero per 1,56 rispetto allo standard europeo, dividere per 2,00 per lo standard USA).

Come detto sopra, la membrana tratterrà circa il 98% del materiale disciolto (corrispondente in questo caso a 509,6µs/cm). Ciò significa che in uscita dalla membrana osmotica avremo una conducibilità pari a 10,4µs/cm.

Per l’uso in acqua dolce se il valore in uscita dalla membrana è compreso tra 0 e 20µs/cm avremo a disposizione acqua adatta per essere impiegata, mentre per valori superiori e per l’impiego per acqua marina dovremo procedere con la filtrazione aggiungendo stadi e resine post filtrazione.

Andremo quindi a calcolare almeno uno stadio caricato con resine deionizzanti tenendo conto che ogni stadio post filtrazione riesce ad abbattere valori massimi di 10/12µs/cm (valore che dipende dalla qualità e dalle specifiche delle resine).

Eventuali altri stadi vanno riempiti con resine mirate alle nostre esigenze: potrebbero essere sufficienti altre resine deionizzanti o potrebbe rivelarsi necessario l’impiego di antisilicati ad esempio.

    • La pressione è un altro dato fondamentale da valutare per il nostro impianto. Come accennato, le membrane hanno una pressione di esercizio che oscilla tra 3 ÷ 10 bar ed è fondamentale garantire questo valore poiché valori inferiori e/o superiori portano ad un danneggiamento della membrana da cui ne consegue una riduzione della qualità dell’acqua prodotta e ad una sensibile riduzione della sua vita, nel caso di pressione elevata anche ad esplosione della stessa.

 

Come comportarsi quando la pressione non è adeguata?

Se la pressione in ingresso non è sufficiente bisognerà installare una pompa booster collegandola dopo i prefiltri prima dell’ingresso nella membrana. Questa pompa si occuperà di garantire una pressione sufficiente per il nostro impianto e qualora la pressione fosse eccessiva, si procederà ad installare un pressostato di massima che limiterà la pressione evitando rotture.

  • La quantità di acqua a noi necessaria determina la membrana che dovremo andare ad installare nel nostro impianto tenendo conto che ad esempio una membrana da 100GPD produce più acqua di una 50GPD ma la conducibilità in uscita da quest’ultima sarà più bassa.

 

 

Quando devo sostituire i materiali filtranti?

Ogni casa produttrice di Acqua osmotica e impianto osmosi fornisce la durata media presunta dei propri materiali, in linea teorica solitamente filtro sedimenti, carboni attivi ed eventuali altri prefiltri hanno durata massima di 6 mesi, mentre la membrana osmotica ha un decadimento determinato dai litri prodotti (indicata dal produttore), mentre per le resine post osmosi è possibile verificarne l’usura mediante la misurazione con conduttivimetro direttamente sull’acqua prodotta oppure tramite il cambiamento cromatico qualora vengano impiegate resine a viraggio di colore.

È buona norma sostituire i materiali filtranti prima della loro completa usura al fine di avere sempre un’acqua di ottima qualità.

 

Come conservo il mio impianto quando non lo utilizzo?

Quando avremo terminato la nostra produzione andremo ad effettuare il lavaggio della membrana per qualche minuto aprendo l’apposita valvola e richiudendola una volta terminato il lavaggio. È importante svolgere questa operazione per preservare la nostra membrana ed è buona norma non lasciare MAI la membrana all’asciutto e ferma per più di due settimane poiché le sostanze contenute nell’acqua di rete potrebbero corroderla e quindi danneggiarla.

 

Per approfondimenti si consigliano anche i seguenti articoli:

 

 

 

E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo riguardante Acqua osmotica e impianto osmosi e relative immagini senza l’autorizzazione dello staff di acquariofili e del proprietario.

Articolo Acqua osmotica e impianto osmosi impaginato da Marco Ferrara

©www.acquariofili.com

About Gh

About Gh

 

Gh in acquario impariamo a conoscerlo
Quando si avvia un nuovo progetto o si vuole avviare un nuovo acquario, una delle prime domande che dovremmo porci è: che tipo di acqua ho a disposizione/ voglio utilizzare?

About Gh

I parametri che la caratterizzano infatti sono estremamente importati per poter ottenere le condizioni ideali per la fauna e la flora stessi. Infatti, a seconda degli inquilini scelti saranno necessarie condizioni di pH, GH e KH differenti. In questo articolo approfondiremo l’argomento relativo al GH, alla sua misura e alla sua modifica.

 

La DUREZZA TOTALE dell’acqua è un parametro che indica la quantità di cationi (ovvero ioni aventi carica positiva) di metalli alcalino-terrosi (il contributo principale è dato da Calcio, come Ca2+ e Magnesio, come Mg2+) presenti all’interno della soluzione in combinazione con anioni (ioni aventi carica negativa) di acidi forti e deboli. Questo risultato però comprende anche un piccolo contributo derivato da cationi di metalli pesanti presenti in tracce nelle nostre acque di rubinetto come Manganese (Mn), Ferro (Fe) Zinco (Zn) e altri. Focalizzandoci brevemente sul significato dell’ultima parte della definizione, ogni ione presente in soluzione deve essere accompagnato da una controparte avente carica opposta che bilanci il suo contributo (dato che la risultate in questo caso è elettricamente neutra), possiamo quindi trovare ioni come cloruri (Cl), solfati (SO42-) e nitrati (NO3) per la categoria acidi forti; mentre per quella degli acidi deboli troveremo i bicarbonati (HCO3).

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Font foto Web

La durezza totale a sua volta si divide in due contributi differenti ovvero la DUREZZA PERMANENTE e la DUREZZA TEMPORANEA. La differenza va ricercata nel fatto che portando ad ebollizione l’acqua il secondo contributo viene eliminato, a causa della precipitazione dei carbonati.

Tornando al nostro acquario i parametri che possiamo e vogliamo misurare sono la durezza totale e il contributo relativo alla durezza temporanea (che però viene trattato separatamente con un articolo dedicato à qui potete trovare il link). Questi due parametri sono infatti correlati al valore del GH e del KH.

 

Come possiamo misurare il GH?

 

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font foto: Web

La determinazione di questo parametro è piuttosto semplice; basta infatti munirsi di relativo test a reagente. Esso sfrutta una reazione chimica grazie alla quale si noterà un cambiamento cromatico da rossiccio a verde scuro all’interno della provetta stessa, una volta raggiunto il valore effettivo del GH. Contando semplicemente il numero delle gocce utilizzate otterremo quindi il valore numerico del GH.

Sconsiglio l’utilizzo di test a strisce in quanto danno un valore non puntuale, ma un’indicazione sul range, che personalmente trovo poco utile.

 

Ma… cosa ci dice il valore che abbiamo ottenuto?
-Il valore ottenuto esprime la durezza in gradi tedeschi, ovvero:

In pratica andremo a trasformare tutti i contributi alla durezza considerandoli come dovuti solo dai composti a base di Calcio, più esattamente a base di CaO.

Questo non è l’unico modo per indicarla, infatti se leggiamo le analisi del nostro gestore dell’acqua di rete troveremo la durezza totale espressa in gradi francesi che vengono calcolati sulla base del contenuto di CaCO3:

formula2Per convertire i gradi francesi in quelli tedeschi sarà sufficiente usare la seguente formula:  °d = °f x 1.78

Nota: non è possibile ottenere un valore di durezza totale tramite il valore della conduttività, in quanto quest’ultimo viene ottenuto sommando il contributo di tutti gli ioni disciolti in acqua, non solo quelli di calcio e magnesio. Ovviamente, però, un valore elevato di GH comporterà un valore di conduttività mediamente alto. È possibile classificare le varie tipologie di acque sulla base della durezza ottenuta:

 

Valore GH Tipologia acqua
d°<4 Molto dolci
5<d°<8 Dolci
9<d°<12 Mediamente dure
13<d°<18 Discretamente dure
19<d°<30 Dure
d°>31 Molto dure

 

 

 

 

 

 

 

 

Come possiamo modificare il GH?

Generalmente le nostre acque di rubinetto sono caratterizzate da una durezza medio alta, spesso inadatta per biotopi amazzonici o asiatici ad esempio. Bisogna quindi trovare un modo efficace per modificarlo.

Per ABBASSARE il GH possiamo quindi ricorrere all’uso di acqua di osmosi (RO = reverse osmosis). Essa infatti è caratterizzata da un valore di GH e KH pari a 0 (se di buona qualità) e grazie a piccoli cambi eventualmente ravvicinati, ci permetterà di ottenere il valore desiderato.

Nota: l’acqua di osmosi RO ABBASSA TUTTI i valori, non solo il GH, perché noi andiamo ad effettuare una diluizione ovvero un abbassamento della concentrazione di tutti i sali disciolti in acqua per cui successivamente dovremo operare una correzione sull’ altro parametro che caratterizza la durezza, il KH. Cliccando sul seguente link si aprirà una scheda specifica su come operare i cambi parziali e come calcolare la quantità di RO da utilizzare per ottenere un determinato abbassamento.

Per ALZARE il GH ci sono diverse strade:

  • Utilizzare acqua avente GH superiore a quello della vasca durante i cambi.
  • Utilizzare sali commerciali appositi (già bilanciati) in base alle proprie esigenze. Questa strada va seguita anche nel momento in cui si opta per una gestione con sola acqua di osmosi. Questa andrà ricostruita per ottenere i parametri di KH e GH desiderati (agendo singolarmente o su entrambi in contemporanea).
  • Utilizzare una soluzione a base di Solfato di Magnesio (o sale inglese – MgSO4) e Cloruro di Calcio (CaCl2) avendo cura di mantenere un rapporto Ca:Mg tra 3:1 e 4:1. Nella preparazione va necessariamente usata acqua RO.

Sconsiglio l’uso del Solfato di Calcio in quanto scarsamente solubile.

Se intendete utilizzare il rimedio casalingo dell’osso di seppia, tenete presente che si avrà una variazione anche sul KH.

Nota finale: Il valore di GH è molto importante infatti un valore eccessivamente alto/basso provoca problemi ai pesci e alle piante. Infatti, gli ioni Ca2+ e Mg2+ intervengono nei processi di trasferimento nutrienti e nei prodotti di rifiuto. Può anche interferire sulla fertilità, sulla crescita e sulle funzioni renali dei pesci.

In conclusione: About Gh è una guida scritta utilizzando un linguaggio semplice in modo da essere facilmente comprensibile e quindi trasmettere concetti relativi alla chimica dellacquario,altre guide come About Gh stanno per essere emesse sul nostro portale in modo da avere un punto di riferimento per consulti piu’rapidi.

 

E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini senza l’autorizzazione dello staff di acquariofili e del proprietario.

About Gh impaginata da Marco Ferrara

©www.acquariofili.com