Riproduzione Colisa Ialia

Riproduzione Colisa Ialia

Riproduzione Colisa Ialia

 

Dopo esperienze di riproduzione dei betta splendens mi sono voluto cimentare nella riproduzione dei colisa. Dopo essermi molto documentato sul web in vari portali, aver visto vari filmati su youtube mi sono deciso a provare la riproduzione in acquario di comunità, avevo a quel tempo un maschio e due femmine .

 

Riproduzione Colisa Ialia
maschio di colisa

 

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femmina di colisa

Il maschio dopo circa due giorni da quando avevo alzato la temperatura dell’acqua a 26 ° C , ha cominciato a fare il nido di bolle nella zona più verde e tranquilla della vasca non interessata dalle correnti della pompa del filtro. In seguito ha cominciato a rincorrere le due femmine, ho notato che il ventre della più piccola stava diventando gonfio e dopo circa 4 giorni verso sera è avvenuto il fatidico abbraccio con la colisetta più piccola questa fase è durata circa due ore. I primi abbracci sono stati timidi ed infruttuosi poi sono cominciate a cadere le prime uova che il maschio cercava di prendere e rimetterle nel nido prima che i vari coinquilini ( scalari, fantasmini, platy, rasbore) cominciassero a predarle.
Non ho cambiato acqua per 5 giorni e quando ho cercato tra le varie piante galleggianti non ho trovato nulla; molto probabilmente i pesci avevano pasteggiato, anche se il maschio cacciava gli intrusi dal suo nido.

Le uova e gli avannotti di colisa sono molto piccoli all’inizio 2 mm quindi è meglio munirsi di una lente d’ingrandimento.

Dopo questo insuccesso ho di nuovo diminuito la temperatura al di sotto dei 25 ° C in vasca cercando di alimentare al meglio la coppia per farli riprendere dallo stress della riproduzione.Nel frattempo ho iniziato a pensare l’utilizzo di una vasca di riproduzione, ma il maschio che avevo comprato per tale scopo si è ammalato infatti la comparsa di una ulcera sotto la bocca , pur se messo in quarantena, la deabilitato fortemente facendolo morire in poco più di un mese.

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Dopo una quindicina di giorni ho ritentato di nuovo con la coppia che avevo nell’ acquario di comunità, trasferendoli nella vasca adibita a tale scopo,sono riuscito a prendere prima la femmina e dopo alcuni giorni sono riuscito a prendere il maschio, è stata un impresa perché si nascondeva nella parte più piantumata dell’acquario.

Messi insieme ed alzata gradualmente la temperatura dell’ acqua a 26 gradi, dopo 4 giorni nel sifonare il fondo della vaschetta ho visto dei puntini muoversi in superficie, guardando bene con la lente ho scoperto che erano avannotti, devo dire che non mi sono accorto di nulla, grossi nidi di bolle non sono stati costruiti (come nell’acquario di comunità) allora ho allontanato subito i genitori, ed ho cominciato la cura degli avannotti circa una ventina.

Riproduzione Colisa Ialia

Per la prima settimana, li ho cresciuti con infusori che trovate in commercio. 6 goccie al mattino e sei alla sera, per i primi 10 giorni non ho cambiato acqua.

Dopo la prima settimana sono passato ad anguillole dell’ aceto che coltivo, una siringata da 5 cl. alla mattina ed una alla sera più 5 gocce di infusori.

Alla seconda settimana sono passato ai naupli d’artemia salina ed alle anguillole ( sempre sera e mattino tranne al sabato e domenica che avevano una razione anche a pranzo) con 3 gocce di infusori.

Riproduzione Colisa Ialia

Ogni 3 giorni sifono il fondo e cambio circa 5 litri d’ acqua. Come acqua uso sia quella del rubinetto ovviamente trattata che quella di una fonte artesiana vicino a casa mia( la prendo con bidoni da 20 litri).

Dalla terza settimana ho continuato l’ alimentazione con naupli d’ artemia salina ed anguillole.Le dimensioni degli avannotti sono varie alcuni hanno raggiunto la dimensione di 1 cm alla quarta settimana, mentre altri sono ancora piccoli circa la metà.

Quando sifono il fondo, io uso un tubicino dell’ aeratore innestato dentro ad una grossa cannuccia da bibita,

Ora è passato più un mese dal lieto evento e continuo l ‘alimentazione mista a base d’artemia salina ed anguillole ed un pizzico di mangime secco per avannotti sono rimasti circa una dozzina; sifono il fondo ogni tre quattro giorni.

 

Per consultare la scheda rapida “clicca qui “

 

 

PS:E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini senza l’autorizzazione dello staff di acquariofili e del proprietario

 

Guida redatta e impaginata da Ferrara Marco
si ringrazia per la collaborazione Bonoedge
©www.acquariofili.com

DSM – Dry Start Method

Tempo fa, girovagando su siti, forum, gruppi di Facebook, etc. mi sono imbattuto su una serie di fotografie di un ragazzo tedesco che riguardavano il metodo cosiddetto del “dry start”, tradotto “avviamento a secco”. Da subito mi ha incuriosito come tecnica ma soprattutto il risultato mi ha fatto lasciare davvero a bocca aperta perchè l’effetto che si ottiene sui muschi è qualcosa di spettacolare, un effetto molto più fitto che non si riesce ad ottenere legandoli come si fa di solito!

Carassi

Carassi

Carassi o pesci rosso è sicuramente il pesce con il quale tutti da bambini abbiamo avuto a che fare, magari grazie ad una onerosa vincita al luna park.
La tradizione inquadra tale pesce in una semplice boccia di vetro per tutta la durata della sua breve esistenza. Niente di più sbagliato ed innaturale. Come ogni essere vivente, il pesce rosso, ha delle necessità biologiche e fisiologiche che non corrispondono al concetto sopra descritto; ed al contrario di quanto si pensi, il pesce rosso può, in condizioni ideali, vivere felice per molti anni

Carassi

 

Per allevare I Carassi Non è obbligatorio avere l’acquario, è sufficiente una vasca rettangolare (che permette la giusta ossigenazione dell’acqua), dotata di coperchio (oppure potete usare voi una lastra per coprirlo di notte). Una regola fondamentale da tenere sempre in considerazione è che ogni pesciolino necessita di 50 litri d’acqua ed oltre(dipende dalle dimensioni del corpo e delle pinne) e che più stanno “comodi” nella vasca e minori problemi di convivenza tra gli esemplari ci saranno; ovviamente dovete conoscere la capacità netta del contenitore.

 

Classificazione:

  • Sottotipo: Vertebrati
  • Classe: Teleostei – pesci ossei
  • Sottoclasse: Attinopterigii
  • Ordine: Cipriniformi
  • Famiglia: Ciprinidi
  • Genere: Carassius

 

Specie: Carassius auratus. Il pesce rosso è comunemente chiamato Carassio dorato (Carassius Auratus). I suoi più stretti parenti sono il carassio comune e la carpa.
In natura è un pesce da bacino che vive allo stato libero in Asia (è originario della Cina), Europa e America settentrionale, predilige le acque ferme o con scarsa corrente. Per quanto riguarda le dimensioni corporee, la lunghezza massima è di 22-25 cm. Si tratta di una specie piuttosto longeva: in acquario, infatti, può tranquillamente vivere fino a una quindicina d’ anni e oltre.
Il dimorfismo sessuale non è evidente; l’unica differenza esterna tra i sessi è il profilo dell’addome, che nella femmina è più convesso mentre nel maschio è lievemente concavo. Tale caratteristica, tuttavia, risulta più evidente nel periodo della riproduzione.
Le livree dei pesci rossi sono così numerose e variopinte da formare un vero e proprio arcobaleno di colori.

carassi

Varietà:
Sebbene si tratti di un’unica specie, la moltitudine di combinazioni possibili nell’espressione dei geni porta a varietà morfologicamente molto diverse tra loro.
Ogni varietà possiede caratteristiche e proprietà particolari che possono distanziarsi da quelle generali (es. resistenza al freddo); è pertanto opportuno tenerne conto in fase di allestimento e negli abbinamenti con altri pesci.
Di seguito sono elencate le varietà principali nella denominazione italiana, esiste un considerevole numero di varietà che non hanno mercato in Italia, ma sono reperibili soltanto all’estero.
Un appunto da fare riguarda la dubbia moralità con la quale molti allevatori (Giapponesi in particolare) selezionano nuove varietà con caratteristiche eccessivamente estreme (es. varietà occhi a bolla) e del tutto innaturali.

VARIETA’ COMETA   ha le pinne molto più lunghe del normale e il corpo un po’ allungato. La varietà TROMBETTA presenta il corpo a forma di uovo e possiede delle pinne piuttosto lunghe.

CODA A VELO  è particolarmente apprezzato per le sue splendide pinne.

TESTA DI LEONE  presenta delle escrescenze sulla testa che formano quasi una criniera. Contrariamente alle altre varietà richiede maggiori cure a attenzioni. Non possiede la pinna dorsale al contrario invece della varietà ORANDA.

OCCHI DI DRAGO  è caratterizzata da uno spropositato sviluppo degli occhi che sporgono dalla testa, generalmente sono neri con la pancia bianca. Purtroppo sono quasi completamente ciechi quindi necessitano di acquari spaziosi senza troppi ostacoli o sporgenze. Se possiedono pinne lunghe sono esemplari appartenenti alla varietà dei BLACK MOOR. Il CELESTIAL O PIAGNONE ha gli occhi sporgenti.

 

Indicazioni generali:
I Carassi o pesci rosso non hanno grandi esigenze. L’acqua deve essere neutra o leggermente basica (pH compreso tra 7 e 7,5) ad una temperatura compresa tra i 18 e i 23 gradi e di media durezza ( dGH compreso tra 8 e 18). In commercio ci sono svariati test per verificare questi valori; è bene tenerli sempre controllati per poter intervenire prontamente in caso di valori sballati.Grazie all’alta resistenza del pesce rosso si può quindi utilizzare l’acqua di rubinetto. Possiamo quindi eseguire i test sull’acqua del nostro rubinetto e, successivamente, tagliare l’acqua di rubinetto con acqua di osmosi (vedi articolo “cambi d’acqua parziali” presente nella sezione Acquariologia di Altrotempo.Net)
Per neutralizzare il cloro ed eventualmente i metalli disciolti nell’acqua di rubinetto è bene comprare una bottiglietta di biocondizionatore.
E’ necessario però tenere conto che a seconda della varietà, le necessità possono variare leggermente in funzione delle caratteristiche proprie della varietà. E’ bene quindi documentarsi bene sulla varietà che si sceglie acquistare.

 

Acquisto:
E’ doveroso precisare che è bene acquistare i Carassi o i pesci in genere solo dopo aver allestito da tempo l’acquario ed essere sicuri della stabilità dell’ambiente ricreato; solamente dopo potremo andare ad acquistare il nostro pesciolino. E’ sbagliato invece invertire le sue cose. Ricreare l’ habitat naturale per il pesce rosso è relativamente semplice, ma il concetto appena enunciato è una regola generale valida per qualsiasi allestimento. Come scegliere gli esemplari più sani? Devono essere di dimensioni normali, né troppo piccoli né troppo grandi, devono nuotare seguendo percorsi regolari dritti e lineari e non devono restare per troppo tempo né sul fondo né appena sotto il pelo dell’acqua. Il pesce deve essere bello attivo e non deve presentare lesioni anche se piccole.

 

Inserimento nell’acquario
Il sacchetto in cui verranno posti i Carassi per il viaggio verso casa deve essere ovviamente di plastica resistente, riempito per metà d’acqua e l’altra metà gonfio di aria; quindi diffidate dai negozianti che non vi gonfiano bene il sacchetto e non ve lo chiudono con l’elastico. Il sacchetto deve venire inserito in un altro sacchetto opaco per evitare ulteriori stress al pesce. Una volta a casa è consigliabile immergere il sacchetto contenente i pesci (solo quello trasparente per intenderci) nell’acqua dell’acquario e lasciarlo così per almeno una mezz’ora per lasciare il tempo ai pesci di acclimatarsi. Poi possiamo iniziare a far entrare un po’ dell’acqua dell’acquario nel sacchetto e lasciarli stare per ancora una quindicina di minuti. Al termine potremo finalmente immergere i pesci nella loro nuova casa avendo però l’accortezza di non inserire l’acqua del sacchetto.ti sempre verso l’alto. Anche lui possiede pinne piuttosto lunghe.

Carassi

Nutrizione
In commercio ci sono mangimi per pesci molto equilibrati e di ottima qualità, ovviamente dovremo scegliere quello più adatto al nostro amico; è meglio somministrare piccole dosi di cibo (in modo che venga interamente consumato in 2-3 minuti) magari 2 volte al giorno (mai oltre le ore 16, è preferibile al mattino e primo pomeriggio perché poi i pesci tendono a sonnecchiare) per non intasare il filtro e per non sporcare l’acqua. E’ consigliabile dargli da mangiare sempre alla stessa ora perché hanno un orologio biologico precisissimo e sono anche in grado di riconoscere la persona che gli dà abitualmente da mangiare.In ogni caso il pesce rosso è onnivoro e quindi gradisce sia le alghe e le piante ma anche larve di insetti e molluschi.Non bisogna assolutamente dare ai pesci: pane, biscotti, dolci e formaggio. Molti esperti consigliano di far digiunare i pesci un giorno a settimana. E’ sempre meglio dare poco da mangiare che eccedere!!!
Abbinamenti altri pesci / specie :Il Carassio dorato è un animale tranquillo, pacifico ma che non ama vivere in compagnia di esemplari di altre specie (nessun problema invece se sono come lui).Se proprio vogliamo dargli un compagno di gioco che non sia della sua stessa specie cioè Carassi allora conviene prendere esemplari o piccoli e in piccoli branchi, oppure altri pesci abbastanza robusti ma della sua stessa taglia e scongiurare lotte per la supremazia.
Il pesce rosso è un animale che ama la compagnia dei suoi simili, quindi è meglio acquistarne almeno 2 esemplari.
Piante: I Carassi o pesci rossi hanno l’abitudine di mangiare la vegetazione, quindi molti preferiscono utilizzare per il proprio acquario le piante artificiali.
D’altraparte però le piante acquatiche sono molto utili perché trasformano l’anidride carbonica in ossigeno, assorbono i sali minerali in eccesso, smaltiscono i rifiuti (resti di cibo, escrementi) e forniscono nascondigli e aree riparate.E’ comunque consigliabile scegliere piante mature e con foglie abbastanza coriacee onde evitare che i vostri pesci facciano piazza pulita di tutto quanto.E’ possibile, in fase di allestimento, ancorare una pianta (meglio se a cespuglio) al tronco di legno utilizzando del filo di cotone o meglio ancora del filo di nylon, in questo modo avremo donato un riparo sicuro ai nostri amici.

 

Malattie:
Anche se potrà sembrare strano uno dei principali fattori che possono portare all’insorgere di una malattia,non solo nei Carassi ma nei pesci in genere è lo stress. Le situazioni stressanti infatti indeboliscono il pesce e quindi si ammalerà più facilmente.
FATTORI CHE PROVOCANO STRESS:

  • Fattori collegati alla qualità dell’acqua: durezza, inquinamento, ossigenazione, pH, temperatura.
  • fattori alimentari: eccessi alimentari, regime dietetico troppo poco vario, dieta qualitativamente poco adeguata.
  • fattori comportamentali: competitività territoriale, incompatibilità di specie, sovrappopolazione.
  • fattori ambientali: habitat nuovo o inadatto, trasferimenti.
  • fattori gestionali: filtraggio insufficiente, illuminazione inadeguata, vegetazione scarsa.

 

Malattie Alimentari:
Provocate appunto da un’alimentazione non corretta.

STEATOSI EPATICA: si verifica quando la dieta è troppo ricca di carboidrati e grassi
ENTERITI E OCCLUSIONI INTESTINALI : provocate da carenze alimentari.

 

Malattie Infettive:
infezioni batteriche: corrosione delle pinne, malattia colonnare, tubercolosi.
infezioni micotiche: branchiomicosi, ictiofoniasi, saprolegnosi.
infezioni virali: ascite infettiva, linfocistosi.
Corrosione delle pinne: è una malattia molto comune, si riconosce per la progressiva marcescenza delle pinne; il loro disgregamento può essere anche completo e la pelle si presenta con un aspetto quasi emorragico. Tuttavia in caso di guarigione le pinne possono ricrescere.
Malattia colonnare: i principali sintomi sono: lesioni simili a lanugine (biancastra) su bocca, branchie, squame e pinne; lesione dei tessuti, aumento del muco cutaneo.
La forma acuta può portare alla morte in pochi giorni.
Tubercolosi: i sintomi clinici sono: dimagrimento, nuoto a scatti, livrea sbiadita, letargia, mancanza di appetito, ulcere cutanee e deviazioni della colonna vertebrale.
Branchiomicosi: è un’infezione che colpisce le branchie e porta alla disgregazione di queste ultime e ad una difficoltà respiratoria e infine alla morte per soffocamento.
Ictiofoniasi: non presenta sintomi visibili perché si manifesta con la formazione di cisti a carico degli organi interni (cervello, cuore, fegato, milza e reni). Gli esemplari infetti nuotano con un’andatura dondolante.
Saprolegnosi: si presenta con l’insorgenza di filamenti bianchi in numero via via maggiore, il cui conglomerarsi porta alla formazione di lesioni simili a placche cotonose. Se curato in tempo l’esemplare infetto può guarire completamente.
Ascite infettiva – idropisia: comporta un improvviso gonfiore dell’addome e più raramente una sporgenza oculare e lesioni cutanee. Purtroppo porta al decesso del pesce se non viene diagnosticata e curata in tempo.
Linfocistosi: le prime lesioni compaiono sulle pinne per poi diffondersi per tutto il corpo. E’ letale per l’esemplare.

 

Malattie Parassitarie:
Malattie causate da protozoi: chilodoniasi, costiasi, ichthyophtiriasi, oodiniasi, tricodiniasi.
Malattie causate da crostacei: argulosi.
Malattie causate da anellidi: parassitosi da sanguisughe.
Malattie causate da trematodi: dactylogiriasi e gyrodactiliasi.
Chilodoniasi: sulle branchie e sulla pelle compaiono macchie tondeggianti biancastre; comporta difficoltà respiratorie e prurito. E’ un’ infezione molto contagiosa.
Costiasi: provoca emorragie e lacerazioni della cute.
Ichthyophtiriasi: la cute si riempie di puntini bianchi che poi si espandono; provoca forte prurito e il distaccamento della pelle.
Oodiniasi: è nota come la “malattia del velluto” in cui il corpo del pesce è ricoperto da una patina lucente; comporta forte prurito e agitazione.
Tricodiniasi: provoca piccole lesioni e prurito.
Argulosi: comporta irritazione.
Parassitosi da sanguisughe: piccoli parassiti visibili ad occhio nudo provocano lesioni cutanee.
dactylogiriasi e gyrodactiliasi: comportano gli stessi sintomi: lesioni cutanee pruriginose, ferite, nuoto a scatti ed eventualmente difficoltà respiratorie.

 

Malattie Tumorali:
Lo sviluppo di un tumore nei Carassi o pesci rosso può dipendere dall’azione di sostanze cancerogene, da infezioni virali, da alterazioni ormonali.
I tumori possono colpire qualunque organo o apparato, possono essere benigni o maligni.
E’ molto importante riuscire ad accorgersi il prima possibile dell’insorgere di sintomi anomali nei nostri Carassi per poter intervenire tempestivamente e riuscire così a salvare il nostro amico.A questo scopo è quindi molto importante il monitoraggio dei valori dell’acqua (pH, GH, concentrazione dei composti azotati – ammoniaca, nitriti, nitrati -, dei metalli pesanti – piombo, rame, zinco – e dei disinfettanti che generalmente si ritrovano nell’acqua di rubinetto – cloro -) e della temperatura.
Nel caso in cui i nostri Carassi non stiano visibilmente bene è necessario risalire alla malattia partendo dai sintomi visibili (se ce ne sono) aiutandovi, ad esempio, con le piccole miniguide come questa presenti sui siti web che trattano di acquariofilia. In alternativa un veterinario specializzato o un ittiopatologo possono aiutarvi.. Una volta ben documentati sulla malattia è possibile impostare una cura che dipende molto dal tipo di malattia. Per le malattie infettive potrà, ad esempio, essere necessaria la quarantena.
La cura, quando possibile, viene poi effettuata con prodotti per l’acquariofilia seguendo scrupolosamente le indicazioni e i dosaggi e sempre in vasche di quarantena mai in acquario per non comprometterne l’equilibrio biologico.

 

 

E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini senza l’autorizzazione dello staff di acquariofili e del legittimo proprietario che ne ha redatto l’articolo.

 

Guida redatta da Marcella Monaco
si ringrazia Sara Traina per aver concesso l’utilizzo delle foto
©www.acquariofili.com
 

 

Il genere Microsorum

Il nome delle felci del genere Microsorum ,deriva etimologicamente dalla presenza di piccoli (micros) cumuli (soros) sullo strato inferiore delle lamine emerse , infatti quando si trovano emerse queste ultime contengono le spore ,il mezzo di riproduzione aploide (cioe’ con meta’ del corredo cromosomico) da cui si originera’ il gametofito, tipico delle felci.Il genere comprende una sessantina di specie igrofile e palustri,in prevalenza epifite (crescono su altre piante), epilitiche(radicano su rocce e ciotoli), e corticole (si fissano a tronchi e radici legnose).