Oggi vi scrivo riguardo una pianta appartenente alla famiglia delle Apiaceae che è stata portata in Italia, un paio di anni fa, dall’ appassionato Pasquale Buonpane.

Sto parlando dell’ Hydrocotyle sp. ”Japan”, essenza che anche se si sta diffondendo tra gli appassionati italiani, non è ancora di facile reperibilità.

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La classificazione:

Questa pianta, come il nome stesso suggerisce, deve ancora essere classificata, ma recentemente diversi appassionati stranieri sono arrivati alla conclusione che potrebbe essere l’ Hydrocotyle tripartita originaria dell’Australia.

 Bisogna comunque osservare il fiore per classificarla in maniera definitiva.

 Descrizione del vegetale:

Sicuramente ci troviamo di fronte ad una miniatura rispetto alle Hydrocotyle spp. diffuse nel nostro hobby in quanto le foglie hanno un diametro di circa 1,5 cm .

La morfologia di queste ultime è davvero particolare:

La lamina fogliare è divisa in 3 lobi (tripartita) ed è palmata per cui sono visibili, sulla pagina superiore delle foglie, le nervature principali che partono tutte dal picciolo. Inoltre questa pagina è di un bel colore verde chiaro. Quella inferiore è invece verde-biancastra.

Il margine è lobato e Il picciolo,glabro, è lungo 3-4 cm e largo circa 1mm.

 

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Coltivazione in acquario:

 L’ Hydrocotyle sp. ”Japan” fa il suo effetto quando legata a rocce o meglio legni, ma può essere anche piantata direttamente nel substrato. E’ adatta per le vasche di piccole-medie dimensioni e può essere posizionata nella zona anteriore o centrale.

Attualmente la coltivo in acqua di media durezza (6 punti di gh e di kh) e con ph intorno alla neutralità con buoni risultati.

Risponde bene sotto lampade pl da 6000/6500k con un rapporto di 0,7w/l .

Non è comunque necessaria una forte illuminazione.

Per quanto riguarda la fertilizzazione, è bene che sia giornaliera e completa.

Importante l’erogazione costante di Co2, una concentrazione di 25-30 ppm è ideale.

Si riproduce tramite stoloni e dopo un primo periodo di ambientamento si diffonde velocemente per cui ha bisogno di frequenti potature.

 

 Stimolazione della pianta all’emersione e coltivazione della forma emersa:

Diversi coltivatori hanno problemi a portarla in emersione perchè deperisce velocemente.

Nel mio caso non ho incontrato grosse difficoltà avendo successo già al primo tentativo.

E’ bastato solo appoggiare una piccola porzione sul termoriscaldatore per vedere la forma emersa della pianta.

 

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Dopo 10 giorni circa ho portato la pianta in serra dove ho utilizzato un substrato composto da akadama(70 %) e terriccio (30%) per acidofile dove sta crescendo bene e velocemente.Non si notano inoltre differenze morfologiche con la forma sommersa.

 

 

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Spero di poter aggiornare presto il post con la foto del fiore.

Per consultare la scheda tecnica clicca qui

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Author: Carmelo Lino Famà

Salve a tutti, sono Carmelo Lino Famà, ho 29 anni e ho frequentato la facolta di ecc e ecv. Fin da piccolo coltivo la passione per il mondo sommerso, sviluppando un maggior interesse verso le piante acquatiche e gli invertebrati d’acqua dolce. Da un paio di anni mi dedico infatti all’allevamento di caridine/neocaridine, trovando interessanti le loro abitudini comportamentali. Anche i gasteropodi, compagni ideali per le caridine, attirano la mia attenzione.Negli ultimi anni mi sono dedicato anche alla coltivazione di piante rare testandole anche su un substrato diverso dalle consigliate terre allofane.