Le Diatomee

Oggi parliamo di un gruppo di alghe unicellulari frequentissime nei nostri acquari, le DIATOMEE.

Esse sono costituite da uno scheletro siliceo e questo ce la dice lunga sulla causa maggiormente responsabile della loro apparizione in acquario: i silicati. Si può affermare che non esiste acquario che nella sua fase di maturazione non sia stato benedetto da questa presenza color nocciola che ricopre un po’ tutto (vetri, fondi, arredi ed ovviamente le piante).

Facilmente removibili, strofinando il polpastrello su di loro si ha quasi la sensazione tattica di toccare qualcosa di quasi ruvido che si stacca facilmente formando una nuvola in acqua di “polvere nocciola”. Ma da dove provengono questi silicati (SiO2) ?

La fonte principale è l’acqua di rete, quella che esce dai nostri rubinetti, quella che utilizziamo per avviare una vasca, quella che molti continuano ad utilizzare nei rabbocchi o nei cambi di acqua in forma pura o per tagliare l’ acqua osmotica (RO – Reverse osmose).

I silicati sono assorbiti dalle piante in quantità infinitesimali per cui l’ utilizzo di acqua di rete non fa altro che aumentare la loro concentrazione nell’ acquario e da qui la loro apparizione. La penuria di silicati in vasca e quindi l’ impossibilità da parte di queste alghe di costruire il loro scheletro le farà scomparire ma non dormite sogni tranquilli …. Esse sono sempre in acquario in uno stato dormiente pronte a riprodursi e a farsi rivedere non appena i SiO2 vengono rimessi in vasca con l’ acqua di rubinetto. Queste alghe posseggono la clorofilla A e C ma anche beta-carotene e fucoxantine che conferiscono il caratteristico colore nocciola e le rende adattabili a qualsiasi fonte luminosa anche le più basse.

Il pericolo per le piante ricoperte da queste alghe è che esse non solo bloccano la luce sulla lamina fogliare ma sono anche fortemente competitive nell’ assorbire i nutrienti. La rimozione meccanica si rivela molto efficace; vetri e grosse superfici possono essere ripulite usando un batuffolo di lana di perlon (quella che si usa nei filtri), per il fondo, se costituito da sabbia o graniglia, possiamo fare una sifonatura leggera … molto leggera senza affondare troppo per non alterare la presenza delle colonie batteriche.

Eventuale sabbia aspirata questa può essere sciacquata e immessa nuovamente. Per le piante a foglia larga come anubias, echinodorus ma anche le crytptocoryne possiamo liberarle passando delicatamente sulla pagina fogliare una spugna morbida. Tenere sempre la vasca ed il filtro pulito e non eccedere con il cibo ed i fertilizzanti e soprattutto non usate l’ acqua di rete se ricca di silicati.

Ringraziamo il Nostro Amico Mario Mandici per la redazione dell’articolo che è in continua evoluzione,per tale motivo vi invitiamo di continuare a seguirci

Author: Mario Mandici

Mi sono avvicinato a questa passione da ragazzo e di strada credo di averne fatta tanta. Un percorso costellato da errori su cui ho consolidato il mio bagaglio di esperienze ma ho avuto anche molti successi. Allora non c'era internet, non c'erano gruppi con persone dotate di esperienza che potessero aiutarmi. Ho riprodotto diverse specie dal betta al danio rerio, scalari e haplochromis burtoni. Oggi mi sto dedicando alle caridine ma soprattutto alle piante altra mia passione, piante in vaso e piante in acquario.