I sensi dei pesci

I sensi dei pesci

I sensi dei pesci è un argomento di cui si parla spesso infatti ci chiediamo se sentono gli odori , i rumori , il gusto , il tatto o se addirittura riescono a distinguere bene le immagini,ebbene la risposta è positiva e andremo ad analizzare ogni singola attività sensoriale:

  • OLFATTO :

    A primo impatto si pensi non sia possibile che i pesci sentano gli odori in quanto essendo avvolti da acqua non si ha la volatilità degli odori e invece non è proprio cosi’ infatti grazie a delle papille olfattive che trovano la loro locazione all’interno delle narici ,poste sulla testain modo frontaleal proprio corpo, è possibile percepire gli odori, infatti in acqua il pesce riesce molto fedelmente a seguire le tracce odorifere per arrivare per esempio al cibo. L’olfatto viene molto utilizzato nel periodo riproduttivo durante il quale le femmine rilasciano in acqua i ferormoni per attirare i maschi e spingerli ad accoppiarsi.

  • GUSTO e TATTO :

    le papille gustative responsabili di questo senso trovano la locazione in bocca nella maggior parte dei pesci ma non solo infatti in altri si possono dislocare sui barbigli che si protraggono dalla bocca e che utilizzano come sentori alla ricerca di cibo. Molte volte i barbigli svolgono anche la funzione del tatto appunto ricercando e scovando cibo tra gli anfratti più difficili. Il tatto è un senso utilizzato molto poco dai pesci.

  • VISTA :

    La nitidezza delle immagini della vista per i pesci varia da specie a specie a seconda che questi presentano occhi grandi , piccoli ,medi o della zona in cui vivono , ho parlato di nitidezza perché studi hanno dimostrato che le immagini non risultano essere molto definite per via della trasmissione delle stesse alla parte posteriore della retina e non frontalmente, gli occhi non hanno palpebre e non hanno bisogno di lubrificazione appunto perché sono costantemente immersi in acqua ,  sicuramente riescono a percepire i colori e le loro variazioni cromatiche per esempio le livree delle varie specie che assumono colorazioni piu’ accese in svariati momenti della loro vita e anche quando si trovano in pericolo per la presenza di predatori. Quindi non è detto che occhi grandi vedono meglio di occhi piu’ piccoli ma contrariamente a quanto si pensa si ha soltanto una visione piu’ ampia . alcune specie , per esempio i pesci che vivono a grosse profondità oppure chi vive nelle caverne e quindi costantemente al buio arrivano anche ad atrofizzare il bulbo oculare che viene anche perso e quindi pur essendo ciechi riescono a cacciare muoversi, scappare grazie ad un altro senso quello dell’udito e della linea laterale che spiegheremo di seguito.

  • UDITO:

    grazie a degli organi posti sulla parte posteriore della testa i pesci sono in grado di sentire rumori , ovviamente non come la razza umana perché non sono dotati di un sofisticato sistema di ricezione infatti riescono a captare soltanto alcuni suoni con frequenza ben definita per il resto si affidano alle vibrazioni che come ben sappiamo in acqua si muovono e si propagano molto velocemente e facilmente.I pesci comunicano tra loro in molti modi,sfregando le pinne ,le branchie o addirittura vibrando alcune parti cartilaginee del proprio corpo.

  • LINEA LATERALE :

    Questo è il senso forse più sviluppato e importante per il pesce perché grazie ad esso riesce a colmare quello che la vista , udito o altro non gli permettono . La linea sensoriale è formata da piccoli bottoni sensoriali collegati a nervi disposti uno di fianco all’altro formando una linea orizzontale lungo entrambi i fianchi del pesce. ogni vibrazione in acqua viene percepita ed analizzata dal cervello del pesce che è piccolo ma coadiuvato da un cervelletto molto sviluppato che riesce a coordinare piu’ movimenti per esempio il nuoto. Durante il nuoto per esempio di branco il pesce riesce a rimanere perfettamente in asse e a non urtare contro gli altri nuotando perfettamente al loro fianco ,inoltre percepisce gli oggetti che li circonda evitando che possa ferirsi.

Ci tengo a sottolineare che i pesci hanno sviluppato e affinato i loro sensi a seconda degli ambienti in cui vivono e per le loro esigenze che li portano a cibarsi , riprodursi , scappare dai predatori , ripararsi , fare la vita da branco ecc ecc .

Detto questo cerco di spiegare un argomento che spesso viene trattato ma che trova delle conclusioni molto contrastanti tra loro , e cioe’ se i pesci dormono. Innanzitutto ci tengo a precisare che quando si allestisce un acquario bisogna evitare sporgenze e zone spigolose appunto perché il pesce puo’ feririsi non solo durante il nuoto ma anche in una fase di cui parleremop più avanti.

Nella gestione di una vasca si consiglia sempre di fornire alla vasca delle ore di luce intervallate da zone di buio totale durante il quale il pesce riposa ma non dorme . infatti il pesce non ha il sonno come nel genere umano ma riposa abbassando la propria attività e adagiandosi sul fondo , su un arredo o addirittura in superfice . Ovviamente non possiamo definire quando questo avviene perché non avendo palpebre non puo’ chiudere gli occhi ma questo è sicuramente favorito dal buio totale,questo è il motivo per cui introdurre in vasca piccole luci notturne ,se non in condizioni particolari, viene sconsigliato.

Ci accorgiamo del riposo perché il pesce si presenta in una condizione di trance durante il quale non reagisce ad alcuni stimoli visivi pur avendo tutti gli altri sensi sempre attivi.

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Start up acquario

Questa scheda o start up acquario è una guida semplice e pratica rivolta principalmente ai neofiti per fare un buon start up dell’acquario.Una buona partenza, come una cattiva, condizionerà positivamente o negativamente il futuro del vostro acquario con effetti tangibili anche sui costi di gestione futuri.

 

Fermo restando che ogni acquario è un mondo a sé stante ci sono delle regole che valgono per tutti.

  1. Indipendentemente dal tipo di fondo che andrete ad utilizzare (inerte o allofano, con sottofondo fertile, sempre raccomandabile ma non indispensabile ,se le vasche sono molto piantumate) è particolarmente utile stendere sulla base della vasca come primo strato un attivatore batterico (es. Bacter100 di ADA o Bakter soil Prodibio).
  2. Evitare tassativamente fondi colorati rosso, blu, viola e quelli particolarmente bianchi perché innaturali e causa di stress per i pesci e quindi malattie.
  3. Creare il layout con rocce e/o radici che non abbiano punte o che siano troppo ruvide da creare ferite ai pesci e sopratutto evitando tassativamente di usare qualunque ornamento di plastica (vascelli , bauli con gioielli , teschi e palombari o colonne romane).State creando un acquario e non una teca per soprammobili.
  4. Per chi preferisce partire con un fondo piantumato inumidirlo con una spruzzetta o immettere delicatamente acqua sino ad arrivare a livello col fondo (questo faciliterà soprattutto l’inserimento delle piante da carpet che hanno radici piccolissime e corte)
  5. Quando riempite la vasca poggiate sul fondo un foglio o un piatto di plastica su cui far cadere il getto dell’acqua onde evitare che il fondo possa essere smosso mescolandosi e creando torbidità.
  6. Utilizzare possibilmente acqua osmotica integrata con sali. Diversamente l’uso di acqua di rete pura o miscelata con acqua osmotica va fatta con acqua possibilmente decantata se questa è clorata. Tenete presente che gli acquedotti che forniscono acque prelevate a livello del suolo (pozzi o invasi ) possono distribuire acque contenenti sostanze tossiche per i pesci e spesso i silicati responsabili della formazione di diatomee in vasca(alghe polverose di colore nocciola).
  7. Nello start up senza piantumazione tenere l’illuminazione sempre spenta per tutta la durata della maturazione biologica del filtro a cui segue la piantumazione.
  8. Stimolate la crescita dei batteri per avviare il ciclo dell’azoto soprattutto negli start up a luce spenta inserendo un pizzico di cibo per pesci settimanalmente. Questo permetterà ai batteri eterotrofi di svilupparsi. Nelle vasche piantumate in partenza non è necessario mettere cibo in quanto le stesse foglie in decomposizione aiutano il processo.
  9. Monitorare settimanalmente con test a reagente i NO2 e NO3 . I batteri autotrofi produrranno prima NO2 e poi altri autotrofi che richiederanno più tempo a svilupparsi trasformeranno NO2 in NO3 meno tossici. Solo quando gli NO2 dopo aver raggiunto il picco non saranno più rilevati dal test mentre gli NO3 saranno ben presenti in vasca possiamo essere sicuri che il filtro biologico è maturo. ATTENZIONE : i tempi di maturazione sono molto variabili perché influenzati da tanti parametri e possono andare dalle 4 alle 6 settimane.Non avere fretta perché una buona maturazione eviterà  problemi più seri in seguito.
  10. A maturazione del filtro prevedere un cambio di acqua (30%) per aggiustare anche i valori di Ph , Kh , Gh , piantumare se non lo avete fatto prima , e solo dopo iniziare ad inserire i pesci. sarebbe preferibile inserirne poco per volta per dare tempo al filtro biologico di adattarsi alla nuova realtà biologica della vasca.

 

NOTA per coloro che partono con vasca piantumata 

  1. Iniziare subito con 4 ore di illuminazione , aumentando di 30 minuti ogni settimana fino ad arrivare ad avere un fotoperiodo di 8 ore.
  2. Iniziare a fertilizzare dopo circa due settimane dalla piantumazione o quando la pianta ha superato il periodo di adattabilità alla vita acquatica (emissioni di nuove foglie) in quanto tutte ,o quasi,sono coltivate in stato emerso.Dosare il protocollo scelto al 50% passando al dosaggio intero dopo circa 2 settimane.Per la somministrazione è preferibile dividere la dose settimanale in sette dosaggi giornalieri.

 

 

Altre letture utili :
Guida al primo allestimento di una vasca tropicale
Guida allestimento primo acquario

 

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Le Microalghe

Le microalghe destano l’interesse di numerosi gruppi di ricerca, poiché presentano una serie di prerogative molto interessanti anche se tutt’oggi nel nostro paese ancora non si ha uno sfruttamento adeguato del loro potenziale, nonostante diversi decenni di ricerca e sviluppo e la relativa pubblicazione di migliaia di lavori scientifici.

Al contrario in molti altri paesi occidentali e non l’utilizzo delle microalghe è molto diversificato e sempre più investitori tendono a guardare di buon’occhio le loro molteplici proprietà e funzionalità che spaziano dall’alimentazione animale (d’allevamento o da compagnia), all’alimentazione umana, alla nutraceutica, alla cosmetica e ora anche nel settore delle bioenergie.

Fra i principali vantaggi dell’impiego delle microalghe vengono annoverati:

  • la velocità di crescita molto elevata;
  • la capacità di prosperare in acque ricche di nutrienti, e quindi di contribuire a processi di depurazione di acque reflue;
  • la proprietà di assorbire CO2 insufflata nel mezzo di coltura e di trasformarla in materia organica;
  • la possibilità di crescita anche in climi caldi e in acqua salata, senza intaccare le risorse di acqua dolce nelle zone dove queste sono limitate;
  • la possibilità di essere coltivate in aree marginali senza sottrarre superfici alle colture agricole a fini alimentari o ad altre attività economiche già insediate nel territorio;
  • la produzione di una biomassa omogenea, non suddivisa in componenti con caratteristiche differenti, come per le piante terrestri (semi, frutti, foglie, fusto, radici).

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Pigne di ontano

Pigne di ontano , si tratta del prodotto di un albero chiamato Ontano della famiglia delle Betulaceae originari di zona paludose e fangose. Le pigne prodotte sono molto ricche di sostanze umiche e tannini di estrema importanza in acquario.

fonte immagine : http://eshop.zr-giardinaggio.it

 

Vediamone i diversi impieghi e utilizzi

 

Uso in medicina:
Le piante di ontano fanno parte dell’arsenale farmaceutica e dell’erboristeria dato le sue proprietà benefiche infatti è classificato come un antinfiammatorio, ripristina la flora intestinale e cura le vene varicose.

 

Uso in acquariologia:
Le pigne di ontano vengono usate per acidificare l’acqua dei nostri acquari rendendo l’acqua di un colore ambrato per il benessere di pesci e invertebrati, gli acidi umici rilasciati(a base di zolfo , fosforo e azoto) favoriscono la crescita delle piante mentre i tannini non sono altro che un antibatterico e antifungino naturale. Grazie a questa ultima proprietà svolgono un ruolo importante durante la riproduzione in quanto evita la nascita di muffa sulle uova e favorisce la crescita degli avannotti che si andranno a cibare degli infusori che si generano attorno alla pignetta .

 

  fonte immagine : http://eshop.zr-giardinaggio.it

 

Raccolta:
La raccolta delle pigne va da ottobre fino a dicembre, le pigne hanno una forma ovale di colore nero è sono costituiti dello stelo dove sullo stesso si trovano almeno 3 pigne. In italia sono presenti solo 4 specie;
– Ontano bianco
– Ontano nero
– Ontano napoletano (il piu diffuso)
– Ontano verde

 

Lavaggio e asciugatura:
Le pigne appena raccolte sono gia essiccate naturalmente e va effettuato un lavaggio con acqua priva di sali e asciugati in modo naturale in luoghi ben ventilati

 

Proprietà generali:
Contengono preziosi principi attivi: tannini vari, saponina, fitosteroli e acidi umici. Sono un ottimo biocondizionatore di acqua naturale in alternativa a quelli commerciali ed il loro utilizzo previene malattie batteriche e ha un principio di annullare composti ammoniacali e metalli pesanti presenti nelle nostre acque di rubinetto.

I benefici delle pigne di ontano sono molteplici :
– Favorisce la colorazione naturale dei pesci, molluschi ed invertebrati;
– Tiene lontano parassiti esterni comuni;
– Mantiene il valore del ph stabile;
– rende l’acqua di un colore ambrato, mettendo a loro agio gli abitanti in un habitat più naturale;
– Aggiunge diatomee, vantaggiose nelle prime fasi di vita di alcune specie di avannotti e baby caridine;
– Aiuta l’insediamento dei batteri nel filtro facilitando il processo di nitrificazione;
– È un ottimo nascondiglio e cibo per avannotti, caridine e molluschi.

 

Inserimento in acquario:
Inserire in acquario una pigna ogni 10 litri , presto andranno sul fondo e inizieranno a fare il loro lavoro. Sostituirle dopo circa 30gg

 

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Alghe nere o alghe a pennello

Alghe nere o alghe a pennello con questi termini si identificano una varietà di alghe dove alla base ci sono tantissime cose da dire e con questo mio articolo cercherò di chiarire le cause della loro comparsa e i rimedi.

Le alghe nere o chiamate più comunemente BBA sono il terrore della maggior parte degli acquariofili, si presentano in piccoli ciuffetti di colore nero, marrone scuro e a volte di colore verde intenso, si riproducono con frammentazione delle spore intaccando altre parti dell’acquario trasportati dalla corrente. Sono alghe molto resistenti e occorre uno studio accurato della proprio vasca per poterle eliminare definitivamente e questo non avviene in tempi brevi.

 

Cause

  • Scarso riciclo di acqua nella zona colpita
  • Durezza dell’acqua troppo alta
  • Eccessiva presenza di calcio
  • Eccesso di fosfati (PO4)
  • Eccesso di micro elementi
  • Illuminazione non adeguata o lampade vecchie
  • Fotoperiodo molto lungo
  • Sostituzione impianto luci
  • Utilizzo di carboni attivi di scarsa qualità

 

 

Per ricercarne le cause bisogna partire dalle cause sopra riportate quindi:

  • Controllare che ci sia abbastanza circolazione d’acqua per tutto l’acquario o se viene ostacolato da piante o arredi
  • Abbassare la durezza dell’acqua (Ph) se superiore a 8-8,5
  • Abbassare la quantità di sali disciolti in acqua riportandolo a giusto rapporto di 3:1 o 4:1 (calcio:magnesio) utilizzando acqua osmosi correggendo con gli appositi sali
  • Controllare le quantità di ferro con il test (fe) che non sia superiore a 0,25mg/lt
  • Controllare che le lampade siano di gradazione kelvin non superiore a 6500-6800
  • Sostituire le lampade se hanno più di 9-12 mesi di vita.
  • Alcuni carboni attivi di bassa qualità contengono fosfati, per evitare di incorrere in questo tipo di inconveniente prendere un chicco di carbone immergerlo in una provetta del test contenente acqua osmosi 10ml e effettuare il test dopo un giorno.

 

 

Risoluzioni:

  • Correggere quanto detto precedentemente
  • Aumentare l’erogazione della co2 portandola al limite della sopportazione da parte della fauna presente in acquario
  • Inserire per 48 ore carboni attivi di qualità per eliminare tracce di micro elementi
  • Utilizzare acqua ossigenata da 10 volumi spruzzando con l’aiuto della siringa direttamente sulle alghe a filtro spento (quantità consigliata di 20 ml su 100 litri) e effettuare un cambio del 10% tale procedura deve essere effettuata ogni 24 ore in modo da non abbattere la colonia batterica che colonizza fondo e filtro
  • Sostituire 1 neon o una lampadina per volta a settimana o ogni 10 giorni in modo da far abituare le piante alla nuova luce, se è presente solo 1 elemento illuminante ripartire con un fotoperiodo di 5 ore e aumentare di mezz’ora a settimana fino ad arrivare alle 8 ore consecutive
  • Inserire piante a crescita rapida o alleloopatiche con questo tipo di alghe

 

Attenzione:

  • Non utilizzare prodotti antialghe (contengono alte concentrazioni di rame nocivi per la fauna)
  • Non sovradosare l’acqua ossigenata
  • Dimezzare la fertilizzazione
  • Non inserire pesci, invertebrati o molluschi perché nessuno se ne nutre
  • In acquari con ciclidi africani non vanno alterati i valori chimici e non dovrà essere erogata co2
  • Utilizzare fertilizzanti di qualità e possibilmente dosaggio a elementi singoli

 

 

Un altro metodo molto proficuo e naturale è quello di inserire delle piante antagoniste che assimilano macroelementi (quali i PO4) che ne scaturiscono la proliferazione delle alghe nere ,ne riassumo di seguito un semplice elenco:

 

 

 

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Guida impaginata da Marco Ferrara