Come modificare il pH

Nella gestione del nostro acquario ci troviamo spesso nelle condizioni di correggere questo parametro e quindi nella necessità di alzarlo o di abbassarlo in base al valore che vogliamo ottenere in vasca. Vediamo di seguito come possiamo praticamente risolvere questo problema.

 

Per abbassare il valore del pH

Esistono diversi sistemi per ottenere questo scopo ma noi prendiamo in considerazione quelli più utilizzati il che non significa che siano tutti raccomandabili.

  • Soluzioni già pronte a base di HCl (acido cloridrico) o citrico, spesso consigliate dai negozianti perché efficaci e pratici. Personalmente li sconsiglio innanzitutto perché si corre il rischio di provocare variazioni brusche del pH con gravi ripercussioni sui pesci e poi perché un sistema più naturale e più soft è sempre da preferire.
  • Filtraggio attraverso la torba attiva, ricca di acidi umici e fulvici, questo materiale naturale presenta una miscela di composti diprotici (sono diprotici anche l’ acido solforico e l’ acido carbonico perché in grado di liberare due ioni idrogeno) che rilasciano in acqua ioni idrogeno e nel contempo abbassano il KH favorendo l’ abbassamento del pH. Attenzione all’ uso della torba se avete un KH basso già di suo (si consiglia di tenerlo in un range compreso tra 4.0 e 8.0) perché rischiereste di acidificare troppo. Una caratteristica dell’ utilizzo della torba è la colorazione ambrata dell’ acqua. Questa metodica oggi è quasi abbandonata per la difesa delle torbiere ormai minacciate dall’ uso indiscriminato di estrazioni fatta nei decenni passati.
  • Decotti di foglie di catappa o di pignette di ontano possono essere rimedi naturali in alternativa alla torba ma sono sistemi molto lenti, poco durevoli e poco controllabili salvo continue misurazioni del pH.
  • L’ utilizzo della anidride carbonica dispersa in acqua attraverso l’ uso di micronizzatori rappresenta il sistema più efficace e comodo per abbassare il pH, tenerlo costante nel tempo o con minime fluttuazioni tra il giorno e la notte, sfruttando nel contempo anche l’ effetto di questo gas sulla crescita e lo stato di salute delle piante. Va posta attenzione, fatto salvo per chi possiede un sistema di controllo con sonda pHmetro collegata all’ elettrovalvola, nel regolare con molta pazienza il flusso di erogazione della CO2 per mantenere una concentrazione compresa tra i 20 ed i 30 mg/L. In questo range le piante godranno di grossi vantaggi senza effetti negativi sui pesci. Concentrazioni superiori ai 40 mg/L. diventano pericolose per i pesci che cominciano a mostrare asfissia portandosi in superficie per prendere più ossigeno. Oltre i 100 mg/L succede quello che nessuno vorrebbe vedere nella propria vasca ….. Per questo tipo di applicazione merita un discorso a parte l’ azione tampone svolta dal KH di cui raccomando vivamente la lettura collegandovi a questo link

 

Per alzare il valore del pH

Anche in questo caso come nel precedente abbiamo:

  • Esistono in commercio ottimi prodotti su cui si può puntare come Alkaline Buffer di Seachem per citarne uno. Sono comunque raccomandabili tutti i prodotti che agiscono sul pH indirettamente ovvero quelli che aumentano il KH perché c’è una stretta relazione tra la durezza temporanea ed il pH. A parità di CO2 in acqua ad un aumento del KH corrisponde un aumento del pH e viceversa.
  • DIY (do it yourself). Mai usare soluzioni saline che contengono sodio come il NaHCO3 (bicarbonato) la cui tossicità su molte piante è nota già a concentrazioni di 40 mg/L. Altre resistono anche a valori sino a 100 mg/lt come i microsorum, l’ egeria, l’ elodea e tante altre che richiedono valori ben inferiori ai 40 mg/Lt. Molti pesci resistono bene a queste concentrazioni altri no ed i discus sono tra i più sensibili. Chi vuole far uscire la sua anima di piccolo chimico potrà puntare su una soluzione preparata con il KHCO3
  • CO2 – Per questo sistema sarà sufficiente ridurre la portata di gas se lo usate esclusivamente per controllare il pH ma molti puntano anche alla fertilizzazione ed allora si corre il rischio di scendere a concentrazioni di CO2 tali da non avere più effetto benefico sulle piante che rallentano la crescita. Quindi se il pH è basso è volete salire di valore sarà sufficiente prefissare sulla tabella pH – KH – CO2 il valore pH desiderato e modificare il range di KH atto a garantire una concentrazione di CO2 ottimale.

 

tabella Ph

Supponiamo che abbiamo in vasca pH 6.6 e KH 4.0 ma vogliamo alzare il pH a 7.0 . Sarà sufficiente alzare il KH nel range 7.0 – 9.0 ed il gioco è fatto. Questo è un esempio della stretta relazione tra pH e KH di cui sfruttiamo l’ effetto tampone dei bicarbonati presenti in acqua.

 

 

Author: Mario Mandici

Mi sono avvicinato a questa passione da ragazzo e di strada credo di averne fatta tanta. Un percorso costellato da errori su cui ho consolidato il mio bagaglio di esperienze ma ho avuto anche molti successi. Allora non c'era internet, non c'erano gruppi con persone dotate di esperienza che potessero aiutarmi. Ho riprodotto diverse specie dal betta al danio rerio, scalari e haplochromis burtoni. Oggi mi sto dedicando alle caridine ma soprattutto alle piante altra mia passione, piante in vaso e piante in acquario.