Le BBA

Alghe BBA foto dal web

Le Black Brush Algae italianizzate come alghe a pennello. Inconfondibili per la loro forma iniziano con piccole macchie di lanugine formando nel tempo dei ciuffi singoli o aggregati. Crescono su rocce, radici, sui fondi , vetri, riscaldatori, spesso le troviamo anche all’ uscita del filtro e purtroppo anche sui margini fogliari colpendo in particolare le piante a lenta crescita come le anubias e le felci. Il colore varia dal verde scuro al grigio sino al nero profondo. Queste ultime le troviamo in vasche con molti pesci, poche piante quindi in situazione di eccesso di inquinamento organico (sovralimentazione in combinazione con pochi cambi d’acqua, filtro e substrato dove si accumula molta sporcizia).

Messe sotto alcool le BBA diventano rosse. Le cause della loro comparsa sono molteplici. In acquari molto illuminati la loro presenza indicano livelli bassi o fluttuanti di CO2 e/o insufficiente circolazione di acqua. Bassi livelli di CO2 rallentano la crescita delle piante ma non incidono sulle BBA vere specialiste della decalcificazione biogenica ovvero esse prelevano il carbonio necessario alla loro struttura dall’ idrogeno carbonato liberando ioni idrossido con relativo innalzamento del pH.

Non usare CO2 significa avere livelli instabili; anche un semplice cambio di acqua cospicuo può far fluttuare la CO2. Poichè sono avide di luce un foto periodo lungo stimola la loro comparsa come pure quello di uno spettro modificato di un neon vecchio che spinge più sulle zone del blu e dell’ infrarosso. Spesso la loro presenza è associata a livelli elevati di fosforo meno per quanto riguarda azoto e ferro. Ricordate che il PO4 si forma sempre in vasca e se i valori sono bassi o nulli vuol dire che viene assorbito e qui sta il problema: ci arriva prima la pianta o l’ alga a nutrirsene ?

La rimozione meccanica è difficile per la loro resistenza, impossibile da attuare sulle piante, piuttosto tagliate la foglia colpita. Aumentate i livelli di CO2 intorno ai 30 ppm, aumentate la circolazione dell’ acqua nella zona colpita con una pompa se vi sembra troppo ferma, sostituite il neon se troppo vecchio, verificate PO4 e Fe con test a reagente e se alti fate piccoli e frequenti cambi per abbassarli se non usate la CO2 per evitare grosse fluttuazioni della stessa.

La madre di tutte le battaglie ? Il trattamento chimico! Spruzzare acqua ossigenata al 3% nella misura di 20 ml ogni 100 lt avendo cura di spegnere il filtro per poi riaccenderlo dopo una decina di minuti dal trattamento. Oppure potete usare Excel di Seachem o Carbo di EasyLife ma attenzione alle dosi per evitare danni alle piante. Come sempre l’ attenta osservazione, l’ intervento alle prime presenze, pulizia, pulizia e pulizia sono le armi migliore per prevenirle.

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Author: Mario Mandici

Mi sono avvicinato a questa passione da ragazzo e di strada credo di averne fatta tanta. Un percorso costellato da errori su cui ho consolidato il mio bagaglio di esperienze ma ho avuto anche molti successi. Allora non c'era internet, non c'erano gruppi con persone dotate di esperienza che potessero aiutarmi. Ho riprodotto diverse specie dal betta al danio rerio, scalari e haplochromis burtoni. Oggi mi sto dedicando alle caridine ma soprattutto alle piante altra mia passione, piante in vaso e piante in acquario.